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al testo di Maria Rosaria Luongo
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Mi sono innamorata, con dedizione e passione (non ridete, vi prego) di un albero. Mi folgorò la sua leggiadra veste primaverile un mattino di limpido maggio in una strada di periferia d'una piccola gentile città provinciale generosa di raccolti silenzi e ariosi pensieri. L'ho rivisto in inverno coi lunghi capelli sciolti giocare con nastri di nebbia in attesa paziente- e sapiente- di nuovo sole e rinnovate linfe. Certo vi abita un dio pagano efebo ridente d'immortale compiuta armonia: a lui offro doni e profumi di grati sereni pensieri. Al distacco ( inflessibile un cancello di villa ci separa) mi saluta con dita di vento. |
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